Verso il 21 marzo, con o senza la marcia di Libera

Slitta ad ottobre la manifestazione annuale organizzata ogni 21 marzo da Libera contro le mafie per ricordare le vittime della criminalità organizzata. Ma il nostro – di 21 marzo – non subirà nessuna procrastinazione.
Uno scatto della marcia del 21 marzo 2018

Il 21 marzo non scenderemo in piazza. Nessun arcobaleno di bandiere colorate attraverserà le nostre strade; nessuno striscione irriverente, decorato con le bombolette spray nei cortili delle nostre scuole, verrà trascinato dagli studenti di quartiere in quartiere. Non intoneremo neanche quel “1, 2, 3, 4, 5, 10, 100 passi” dedicato a Impastato e non dovremo trattenere le lacrime per quello straziante e interminabile elenco di nomi di cui il silenzio di una folla attonita amplifica l’eco.

La marcia organizzata annualmente da Libera in occasione della “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, che quest’anno avrebbe dovuto tenersi a Palermo, è stata rimandata a causa del rischio sanitario legato al Coronavirus. Il presidente di Libera contro le mafie Don Luigi Ciotti, di comune accordo con Leoluca Orlando, sindaco del capoluogo siciliano, ha individuato nel mese di ottobre la nuova data utile per la manifestazione, che quest’anno giungerà alla sua venticinquesima edizione.

Una decisione comprensibile ma che toglierà inevitabilmente qualcosa alla tanto attesa primavera. Perché noi che a quelle marce abbiamo preso parte ce lo ricordiamo bene cosa significa sentirsi goccia in quel fiume in piena, e un po’ ci mancheranno gli occhi coraggiosi che si ha la fortuna di incontrare in occasioni preziose come quella. Ma proprio perché crediamo nel valore di quella giornata, e di qualunque manifestazione, azione, comportamento, progetto, esternazione e iniziativa che condanni la criminalità organizzata e che riporti dignità ai territori sporcati da omertà e delinquenza, abbiamo deciso che il nostro 21 marzo non subirà alcuna procrastinazione. Se non possiamo incontrarci in strada incontriamoci qui, virtualmente, ma portando alti le stesse bandiere e gli stessi valori che ad ottobre sventoleremo orgogliosi con Libera.

Per il terzo anno consecutivo “Tutta n’ata storia” ha deciso di dedicare il mese di marzo al racconto delle vite spezzate dalla mafia. Ricondivideremo le storie che abbiamo voluto farvi conoscere negli ultimi due anni e in più ne aggiungeremo di nuove. Sarà la nostra marcia, il nostro percorso verso il 21 marzo, perché se non è il caso di scendere a urlarlo in piazza, è sempre il caso di trovare nuovi strumenti per ribadirlo con fermezza: la mafia è una montagna di merda. 

Valentina Comiato

Un incastro di contraddizioni croniche, a partire dal fatto che potrei scrivere di qualunque cosa ma che vado in crisi se si tratta di parlare di me. 30 anni, copywriter, giornalista e marketing manager. Laureata in lingue perché affascinata da tutto quello che non somiglia al posto in cui vivo. Sarà perché vivo in un paese piccolo, dove per i sogni a volte sembra non esserci spazio, allora ogni tanto vorrei infilarli in valigia e portarli con me all’estero. Viaggi brevi però, perché credo anche nelle radici, continua a leggere