ELEZIONI ABATESI: intervista al candidato Carmine D’Aniello

Diamo il via alla prima delle due interviste ai candidati alla carica di Sindaco di Sant’Antonio Abate, per il nostro speciale sulle elezioni amministrative.  Oggi è il turno di Carmine D’Aniello. Cos’ha di nuovo rispetto all’attuale maggioranza? Quali sono i progetti che realizzerà in caso di vittoria? Che idea ha della politica?

Carmine D’Aniello, figura ben nota sul territorio per il suo impegno nel sociale e nella politica, è uno dei tre candidati che ambisce a ricoprire il ruolo di sindaco di Sant’Antonio Abate, e uno dei due che ha risposto alle nostre domande per lo speciale “Elezioni abatesi 2019″. D’Aniello, che viene dalla maggioranza attualmente in carica, si propone agli abatesi con cinque liste: “Uniti per Sant’Antonio Abate”, “D’Aniello Sindaco”, “Varone per Carmine D’Aniello Terra mia”, “Rivoluzione abatese per Carmine D’Aniello” e “Liberi e Democratici”. Lo abbiamo intervistato per capirne di più sul suo progetto politico e non solo.

Alcuni pensano che oggi votarla significhi scegliere la continuità, mentre altri sostengono che dieci anni di amministrazione Varone siano bastati e sia ora di un cambiamento. Il suo progetto politico quanto conserva di quello portato avanti dall’attuale sindaco e quanto invece vuole rompere col passato? 

In realtà il nostro Consiglio Comunale, se venissimo eletti, sarebbe composto principalmente da persone che non hanno mai fatto politica, dato che la maggioranza dei miei candidati è costituita da giovani. È importante perché in questo momento storico, anche grazie al contributo di don Salvatore Branca, i ragazzi abatesi stanno dando una scossa al paese. Nelle liste dei miei avversari, invece, pur essendo presente una componente giovanile, c’è una prevalenza candidati già visti in politica. Stando alle previsioni numeriche, se vincessero, i consiglieri sarebbero sempre gli stessi. 

Come intende concretizzare lo sportello del lavoro di cui parla nel suo programma? Ricordiamo che, tra l’altro, era anche tra le proposte di Antonio Varone nel 2014, ma non  è mai stato realizzato.  

Lo sportello del lavoro, per come lo vedo io, si inserisce nella mia idea di “Comune simile ad un albergo”. Io sono il proprietario e i cittadini sono gli ospiti da accogliere e guidare nella risoluzione dei loro problemi. Per questo è un progetto di cui mi occuperò in prima persona. Il ruolo dello sportello sarà raccogliere dati e incrociare curriculum con offerte di lavoro, ma anche formare eventuali figure se ci rendessimo conto che ce n’è particolare bisogno. Credo sia un obiettivo importante, perché quando in un paese c’è lavoro, automaticamente c’è benessere. 

Affinché i suoi buoni propositi non diventino solo promesse come spesso accade, sarebbe importante valutarne la fattibilità economica. Quanto sono realistiche le sue proposte da questo punto di vista? Ha già valutato se attingere anche a fondi europei o regionali

C’è una novità per quanto riguarda i fondi europei: dal 2021 anche i comuni con meno di cinquantamila abitanti potranno usufruire dei finanziamenti che arrivano in regione. A questi vanno aggiunti i fondi diretti a cui abbiamo già accesso. Ancora, Sant’Antonio Abate è comune capofila dell’Ambito Territoriale nr.32, che ci consente di gestire 6 milioni di euroStando a quello che ho studiato, quei soldi potrebbero aumentare, perché c’è una parte di fondi che può essere destinata a quelli che io chiamo i “primi”, cioè le persone svantaggiate, che per me vengono prima di tutti. Se dovessi diventare Sindaco, infatti, io voglio avere la certezza che quando la domenica vado a pranzo, anche loro stiano pranzando.

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Melania D'Aniello

Come si fa a descrivere se stessi? Non lo so, ma so quello che gli altri dicono di me.

Qualcuno dice che io sia ostinata e rompiscatole. Tutti dicono che io sia coraggiosa, e uno dei motivi è perché studio Fisica. Sì, è vero, è stata la scelta più folle della mia vita ma, quando l'ho fatta, sapevo che mi sarebbe piaciuto studiare come riassumere l’Universo in leggi concise e ben ordinate.

Ciò che non sapevo è che avrei avuto l’opportunità di lavorare in contesti interazionali, stravolgendo totalmente il mio punto di vista su molte cose, e che interagire con persone di culture diverse mi avrebbe messo ogni volta di buon umore, specie se a tavola o davanti a una birra; non sapevo nemmeno che avrei imparato a vivere lontano da casa, sperimentando innumerevoli partenze e ritorni, ed i maledetti sentimenti contrastanti che ne derivano.

Oltre ciò che dice la gente, qualcosa ho imparato a capirla anch’io di me.

Mi piace osservare le persone per capire cosa c’è oltre la superficie. Non mi piacciono le persone banali, preferisco quelle che sembrano tali, ma poi nascondono dietro un mondo. Non mi piacciono gli anticonformisti a tutti i costi. Mi piace chi ascolta prima di parlare.

Mi piace l’ordine e l’armonia, ecco perché la danza è una mia grande passione: mi basta vedere un ballerino fare due pirouette o un grand jetè e sono felice.

Credo nel valore del cibo: tra cucinare e mangiare in compagnia non saprei scegliere cosa mi fa stare meglio. Mi diletto a preparare ricette sempre nuove, adoro alcuni piatti orientali, ma non rinuncerei mai ai sapori della mia terra.

Mi incuriosisce esplorare nuovi luoghi, ognuno con le sue tradizioni, ma fino ad ora niente è mai riuscito ad acquietarmi come il mare di Napoli col Vesuvio sullo sfondo. Per me dire Napoli è dire Massimo Troisi perché “Con lui ho capito tutta la bellezza di Napoli, la gente, il suo destino, e non m'ha mai parlato della pizza, e non m'ha mai suonato il mandolino”.

A proposito di casa e di ciò che mi piace, credo nel potere dell’aggregazione e dell’attivismo giovanile e, fortuna ha voluto che incontrassi persone con visioni a tratti uguali e a tratti opposte, ma che si combinano perfettamente, e trovano modo di esprimersi in quella che è Tutta n’ata storia. Personalmente, mi occupo della rubrica scientifica di questo sito, che mette sempre a dura prova la mia capacità di spiegare concetti complicati in parole semplici. Il titolo della sezione è “Dove andremo a finire?” e la risposta è in ogni articolo in cui si parla di futuro, sostenibilità ambientale, progresso scientifico e tanti altri fatti.