Tra religione, società e contemporaneità: l’intervista a mons. Alfano

Cosa rispondono la Chiesa e la religione cattolica contro tutte le forme di violenza di cui si sente parlare?
Le violenze sono sempre un’offesa all’uomo, sia per chi le subisce, sia per chi le compie, poiché esprimono la parte peggiore di sé. In ambito cristiano la violenza è inoltre un’offesa nei confronti di Dio, perché quest’ultimo si è unito all’uomo attraverso Gesù, reincarnandosi nel cuore di ognuno di noi. Dunque, Dio si rende accessibile attraverso ogni persona e non si potrà incontrare scavalcando l’altro, ma solo rispettandolo e amandolo. La violenza, dunque, è la più grave bestemmia che si può pronunciare. Contro la violenza vince sempre l’amore.

Un’ultima domanda, ma sempre legata all’amore. La Chiesa molte volte si è espressa contrariamente ai matrimoni omosessuali. Può essere considerata anche questa una forma di violenza o una limitazione all’amore?
È necessario distinguere la violenza dal progetto di Dio. La violenza, le discriminazioni ed ogni forma di pregiudizio, legati in questo caso all’orientamento sessuale, sono comportamenti contrari alla morale di tutti. Anche la religione cattolica, attraverso l’insegnamento di Gesù, ci insegna ad amare e rispettare il prossimo.
Il progetto di Dio riguarda l’amore umano e prevede l’unione di un uomo ed una donna, il che diventa segno e immagine dello stesso amore che Lui prova per noi.
La Chiesa riconosce nella relazione tra un uomo e una donna il segno più forte della presenza di Dio in mezzo alle persone. Questo legame non solo genera nuove vite, ma esprime anche l’unità più profonda con la quale viene riconosciuta la dignità della famiglia.
Altre forme di amore, pur essendo rispettabili ed accettabili, non corrispondono al progetto di Dio. Questi tipi di rapporti devono essere accettati ma non omologati, come se fossero famiglie ma vissute in modo diverso.
Anche io, personalmente, conosco tante persone che vogliono e cercano di vivere la loro condizione nel rispetto e nell’accoglienza reciproca. La loro situazione è però spesso compromessa da troppa confusione. Dunque, penso che se si facesse meno confusione il contesto potrebbe migliorare, cosa che oggi non sempre succede.

A cura di Sebastiano Alfano