Organico e plastica sotto i riflettori

Un concetto filosofico spiega che nel bene c’è sempre un pizzico di male e viceversa. Queste due forze che regolano il mondo posso essere rintracciabili in molti ambiti. Anche nel mondo dei rifiuti? Proviamo ad offrirvi nuovi punti di vista sull’organico e sulla plastica. 

Assumere un comportamento ambientalista, al giorno d’oggi, è diventato un impegno per ognuno di noi. Le condizioni in cui versa il pianeta Terra sono pressappoco disastrose e le conseguenze dell’inquinamento sono visibili ormai a tutti. Causa la poca razionalità dell’uomo?

Differenziare e riciclare i rifiuti sono due azioni fondamentali per cercare di attenuare il problema e rendersi utili. Ma è sufficiente impegnarsi solo nella raccolta differenziata? Analizziamo insieme i casi dell’organico e della plastica.

Organico

I resti di cibo e alimenti vanno depositati nei bidoni specializzati nella raccolta dell’organico. Questi rifiuti possono essere utilizzati in ambito agricolo per concimare la terra e permettere una migliore resa dei campi. Un fine molto ingegnoso, ma va considerato anche un altro aspetto.

Ogni anno, infatti, circa un terzo del cibo prodotto viene dissipato. Solo gli Stati Uniti sprecano annualmente una quantità di alimenti dal valore di quasi 48 miliardi di dollari, mentre un miliardo di persone nel mondo è affamato. I Paesi più ricchi buttano via 222 miliardi di tonnellate di cibo ancora buono, che corrisponde alla quantità di viveri prodotta annualmente dall’Africa Subsahariana.

Numeri spaventosi, che mettono le varie popolazioni mondiali su piani differenti, ed evidenziano la necessità di un maggiore impegno al fine di ridurre i rifiuti organici, diminuendo gli scarti e riciclando solo ciò che non è più riutilizzabile.

Plastica

Oltre un’ingente quantità di rifiuti, ogni anno, vengono prodotte 125 milioni di tonnellate di materie plastiche, di cui circa l’80% finisce nei nostri mari. Una bella cifra, insomma. 

Esistono cinque grandi isole di plastica negli oceani di tutto il mondo, le cui dimensioni sono ignote e il cui smaltimento è ripudiato da ogni Stato poiché nessuno riconosce propri quei rifiuti. Sono tantissime, infatti, le foto e i video, che hanno invaso e commosso il web, che mostrano animali e oceani minacciati da questo materiale. La plastica, quindi, è un “male”? 

Basta pensare che una semplice bottiglia di plastica impiega 400 anni per decomporsi completamente in natura. Ciò fa capire quanto sia dannosa e pericolosa la dispersione di questo materiale; ma anche quanto questa sia resistente e di facile riutilizzo.

 Le materie plastiche trovano ampio uso in tutto ciò che circonda partendo dai nostri vestiti fino ad arrivare alle nostre auto. Ma come viene prodotta la plastica?

I monomeri ottenuti dalla raffinazione del petrolio vengono uniti fra di loro, in fabbriche petrolchimiche specializzate, per formare i polimeri, ovvero, i precursori della plastica. L’impatto ambientale del prodotto finito e della fonte da cui questo viene prodotto è lo stesso? 

La risposta è che la plastica non ha nessun impatto ambientale di tipo chimico sulla natura e sull’uomo, a differenza del petrolio, si pensi ad esempio all’inquinamento prodotto dai combustibili fossili. L’auspicio consiste nel trovare materiali che possano rimpiazzare questi due, superandoli in tanti fattori.

Ritornando al presente, però, la vera scelta ambientalista è quella di considerare la plastica come una nostra amica, e non ritenerla “usa e getta” come siamo stati abituati a pensare. 

Non si smette mai di imparare, ed anche una banale situazione può essere valutata da più punti di vista. Il nostro invito è quello di guardare sempre l’altra faccia della medaglia. senza dimenticare, in merito a quanto vi abbiamo detto, di non sprecare ancora prima di riciclare!

A cura di Sebastiano Alfano