I “Bastardi di Pizzofalcone” contro il gelo

Ci sono storie che ci portano lontano, in posti immaginari e verso avventure lontane dalla nostra realtà. Ma non questa. “Gelo” è fatta di storie di quotidianità, racconti di persone reali che hanno i propri problemi e le proprie difficoltà e che non è detto le superino. Perché a volte il freddo è troppo rigido per poterlo affrontare.

 

Gelo” è il secondo romanzo di Maurizio de Giovanni dedicato ai bastardi di Pizzofalcone, un gruppo di poliziotti ritenuto da tutti di seconda mano. Presi singolarmente sono dei reietti, persone da non ritenersi più professionisti che, oltre a pagare per i propri errori, sono condannati dal nome dei loro predecessori, ma che insieme sono un’ottima squadra e ne daranno prova. La storia si svolge su più livelli, perché il gelo non ha pietà, soprattutto nel mese più freddo dell’anno.

La prima ondata di vento è all’inizio, quando si presentano i “Bastardi”, così definiti per uno scandalo della precedente squadra di quel commissariato. Ognuno dei membri del nuovo team ha commesso sbagli che gli hanno causato il trasferimento a Pizzofalcone. Ciascuno con le proprie ferite sarà costretto ad affrontare il freddo inverno, reso ancora più glaciale dal brutale omicidio di due fratelli trasferitesi a Napoli da un piccolo paesino della Calabria.

La sfida sarà resa più ardua dalla pressione della questura, desiderosa di eliminare i “Bastardi”, che dovranno affrontare anche sé stessi e le proprie famiglie. Il gelo, infatti, è dentro di loro. Il gelo è nel rapporto tra Alex Di Nardo, agente assistente, e suo padre, il colonnello; tra Giuseppe Lojacono, ispettore, e la figlia, all’inizio dell’adolescenza e di una storia d’amore; il gelo è nel vicecommissario Pisanelli, che ha deciso di lottare da solo, e in tutti gli altri membri della squadra, impreparati a ciò che gli sta capitando.

Ogni ambiente è descritto con cura e realismo, partendo dallo stesso commissariato arrivando fino alla scuola media, dove si verificherà il secondo crimine del romanzo: una bambina molestata dal suo stesso padre denuncia le violenze in un compito in classe.

Perfino il tempo sembra scorrere realmente: non c’è fretta nelle azioni e pare che tutto si stia costruendo davanti ai nostri occhi, passando dalle pagine del libro a quella strada che abbiamo visto passeggiando sul lungomare e della quale, probabilmente, neanche ricordiamo l’esistenza, ma che ora ci sembra perfetta per la scena narrata da de Giovanni.

Un romanzo talmente realistico da sembrare un evento di cronaca avvenuto negli ultimi anni, che sarà senz’altro apprezzato dagli appassionati di gialli.

Anna Pia Mascolo

Sono Anna Pia e sono una studentessa che sogna in grande. Forse questo mio “difetto” è una conseguenza del fatto che legga molto; penso che, citando Tyrion Lannister, “la mente dipende dai libri come la spada dall’affilatura”, per questo leggo. Di tutto. Dai romanzi storici ai fantasy, senza sdegnare i romanzi neri o gialli. Non ho un libro preferito ma ce ne sono molti che rileggerei volentieri, continua a leggere

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