Dalla MotoGp alla pallavolo: SPORT E “BISCOTTI”

Proseguono gli scontri – sulla pista e non solo – tra Valentino Rossi e Marc Marquez. Una rivalità che ha visto toccare apici altissimi due anni fa, quando il campionato del mondo di Moto GP veniva “falsato” – questa l’opinione generale – da uno dei più memorabili “biscotti” degli ultimi anni. Eppure non è il solo degli episodi simili degno di passare agli annali.

Sarà anche trascorsa una settimana dal Termas Clash, ma tra gli appassionati delle due ruote ancora oggi non si parla d’altro. Una gara che verrà ricordata soprattutto per l’avventata entrata di Marc Marquez, che ha causato la caduta di Valentino Rossi, riaccendendo una rivalità storica, che due anni fa trovava massima espressione nel “biscotto” dello spagnolo ai danni del pesarese. Ricordate?

Novembre 2015, ultima gara del Campionato del Mondo di MotoGp, Valencia. La strepitosa rimonta di Valentino Rossi (partito ultimo per la penalizzazione post-Sepang e arrivato quarto) viene vanificata dalla vittoria diLorenzo, al quale Marquez e Pedrosa si limitano a guardare le spalle, senza apparentemente provare ad infastidire colui che diventa così il nuovo campione del Mondo. Dopo la glorificazione del “Dottore” italiano, l’attenzione dei media si sposta sulla crew spagnola, accusata di aver falsato il Campionato.  E, così, da allora basta scrivere su Internet ”biscotto motogp“ che tutti i link conducono alla gara di Valencia.  
 
Ma noi, già all’epoca, non abbiamo voluto fare quello che hanno fatto tutti, ovvero riportare le dichiarazioni dei protagonisti, gli attacchi dei giornalisti e mettere su carta – o, meglio, su pagina web – quello che già è apparso evidente in diretta mondiale. Siamo voluti andare oltre scovando per voi i “migliori” biscotti della storia dello sport. E quale occasione migliori del nuovo scontro tra i due motociclisti per riproporveli? 
 

IL PRIMO BISCOTTO IN UNA GARA DI MOTO 
A differenza di quel che si dica, il mondo delle moto non è nuovo ad episodi del genere. E a rendersene protagonista, venticinque anni fa, fu proprio un italiano. 
Era il 1990. L´allora 17enne Loris Capirossi si giocava il titolo di campione della 125 all´ultima gara a Phillip Island. Capirossi se la doveva vedere con Preis e Spaan, tutti racchiusi in 9 punti.  
In gara Prein uscì subito di scena e la lotta per il titolo si restrinse a un duello tra Capirossi e Spaan, al quale bastava solo arrivare davanti al suo diretto avversario per vincere il titolo… ma non aveva fatto i conti con il trio italiano Casanova, Romboni e Gresini. Con Capirossi al comando, alle sue spalle i tre italiani fecero di tutto per rallentare e ostacolare il povero Spaan, che a un certo punto perse la brocca e sferrò un pugno in piena velocità proprio a Gresini. Il piano tricolore andò in porto e il giovane Capirex vinse con una manciata di decimi di vantaggio sui “guardaspalle” Casanova e Romboni, con Spaan quarto e Gresini quinto. 
 
ANCHE IN FORMULA 1, SOSPETTO BISCOTTO  
E biscotti non sono mancati nemmeno nella Formula1. 
Jerez 1997: il Gran Premio d´Europa chiude la stagione, Schumacher e la Ferrari si giocano il Titolo in Andalusia contro Villeneuve e la Williams. Jean Todt dopo la corsa consegna alla Federazione le trascrizioni dei dialoghi tra Jacques e il box; la FIA li incrocia con quelli della McLaren “consegnati da un altro team - rivela Max Mosley - che li intercetta e decodifica regolarmente“. Secondo la Ferrari, tra Williams e McLaren c´è stato un patto di non belligeranza, un´alleanza trasversale per frenare Schumi (che, poi, dopo un contatto con Villeneuve, fu costretto ad abbandonare la pista). Il favore alla McLaren però va restituito. Perciò Jock Clear via radio a Jacques sussurra: “Non deludermi, ne abbiamo discusso“. Hakkinen e Coulthard si infilano in un varco all´ultimo giro e vanno a fare doppietta; Villeneuve col terzo posto è comunque iridato. La FIA non riconosce l´illecito. Quel pomeriggio il gioco sporco, però, lo chiese anche Jean Todt agli amici della Sauber… 
 
CALCIO: IL MONDO DEI B…ISCOTTI 
E visto che abbiamo tirato fuori scheletri nell´armadio anche italiani, torniamo a punzecchiare gli spagnoli, spostandoci nel mondo del calcio, quello dove i biscotti sono ormai all´ordine del giorno. 
Ha dell´incredibile la qualificazione agli Europei del 1984: nel dicembre del 1983, le Furie Rosse erano a un passo dalla mancata qualificazione per il torneo che si sarebbe disputato in Francia l´estate successiva. La Spagna, giunta all´ultima partita del girone contro Malta, aveva bisogno di un 11-0 per staccare il pass eliminando l´Olanda. Un risultato sulla carta più che improbabile. Peccato che quel giorno a Siviglia accadde l´impossibile. La Spagna vinse con 11 gol di scarto e volò all´Europeo con il verificarsi di un risultato mai registrato prima nella storia degli Europei tra qualificazioni e fase finale (12-1, ndr).  
 
PERFINO IN PALLAVOLO: BISCOTTO BRASILIANO AL GUSTO DI FURBIZIA 
Chiudiamo con un episodio registratosi nel mondo della pallavolo maschile. È il 2010 e in Italia si disputano i Mondiali. C´è Brasile-Bulgaria: la Seleçao, campione in carica, si fa battere per 3-0, col pubblico che addirittura arriva a voltare le spalle al campo per protestare contro una prestazione scandalosa. La sconfitta permette ai brasiliani di evitare nella terza fase le stesse avversarie della prima, ovvero Cuba e Spagna, ed anche di non trovare in semifinale russi o serbi. Il ct brasiliano Bernardinho a fine gara dichiarò: «È stata un´autentica tragedia. Ora mi sto sentendo male, ma ho fatto ciò che dovevo perché non volevo che corressimo dei rischi. Comunque i tifosi hanno tutto il diritto di protestare, perché di sicuro non abbiamo giocato il nostro miglior volley». 
 
Beh, non c´è altro da aggiungere. Lo sport non è più – o forse non è mai stato – solo un gioco. Questioni di Stato, di denaro, di gloria prevalgono sulla felicità del darsi da fare e vincere con merito proprio.  
 
Troppo spesso, invece, ad imporsi è questo infelice trio: birra e tv sul divano… e biscotti in (qualsiasi) campo!  
 

Feliciana Mascolo

“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate. Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere