Primo Maggio consapevole: il Corteo delle realtà attive a Salerno

Il Primo Maggio negli anni della crisi ha assunto un significato diverso. Festeggiare il Primo Maggio nel 2018 significa far sentire la propria voce, ecco perché da Salerno partirà un Corteo: le origini della Festa e le riflessioni su quello che vuol dire essere lavoratori oggi.

Il Primo maggio è rosso sul calendario. È rosso, perché è la “Festa dei lavoratori”, che venne istituita in Europa alla fine del 1800, quando – con le prime lotte di classe – gli operai iniziarono a rivendicare i propri diritti. Uno su tutti: le ore di lavoro, fissate in Italia ad otto solo nel 1923, a fronte di quelle non specificate.

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, recita così il primo articolo della nostra Costituzione e questo può farci solo intuire l’importanza che il lavoro ha per ogni cittadino.
Uno Stato democratico ed egualitario, come quello italiano, dovrebbe essere in grado, non solo di garantire lavoro, ma di farlo nella forma più adeguata possibile e purtroppo sappiamo bene che ciò non succede.

Ed è per questo che il Primo maggio, negli anni del “gioco al massacro”, quelli della crisi per intenderci, ha assunto un significato diverso e carico di responsabilità.
Responsabilità, perché non si può continuare ad ignorare i problemi che affliggono milioni di lavoratori italiani: contratti precari, paghe da fame, scarsa sicurezza sul posto di lavoro, diritti non riconosciuti,

 sfruttamento.
I dati sono allarmanti: dall’inizio dell’anno ad ora sono circa 200 le morti bianche. E chissà quanti ogni giorno sono costretti a vedersi calpestare moralmente, per riuscire a fare la cosa che più nobilita l’uomo: lavorare.
A volte suona quasi buffo il proverbio, se si pensa a chi è costretto a lavorare per 2€ all’ora o a chi rinuncia alle feste per tenere aperte quelle bolge chiamate centri commerciali.

Ecco perché il Primo maggio ci si dovrebbe attivare e fare di questo giorno un motivo di continua speranza e lotta.
Lo sanno bene i ragazzi e i collettivi di Salerno e della provincia, che in un giorno come questo hanno voluto organizzare un Corteo. Un Corteo per far sentire la propria voce e rivendicare i diritti di chi magari una voce non ce l’ha o l’ha persa a furia di urlare a vuoto.
L’evento, primo nel suo genere per la provincia campana, partirà da Piazza Vittorio Veneto e vedrà la partecipazione di realtà consolidate sul territorio: Potere al Popolo, Link, Unione degli Studenti, Dema, tanti altri collettivi ed esperienze di associazionismo, in collaborazione con il più grande “Ex Opg Occupato- Je So Pazzo” di Napoli, che farà da spalla forte.
Quello che in sostanza chiedono è quello che spetta di diritto ad ogni lavoratore. Sarà una festa, ma anche un modo per ricordare che finché qualcuno avrà voce la utilizzerà 

Per questo vi chiediamo di non trasformare il Primo maggio nel revival della Pasquetta, ma di scendere in piazza, far rivivere lo spirito dei 20 anni e l’importanza di crederci, nonostante il lavoro in nero, i contratti precari, il Jobs Act, la Buona Scuola e le riforme che uccidono quelli su cui l’Italia si fonda: i lavoratori.
E quella di scendere a manifestare a Salerno è sicuramente un’ottima idea per chi vuole far prevalere il primo articolo della Costituzione.

Buon Primo Maggio consapevole!

Per maggiori informazioni ecco il link dell’evento Facebook –> QUI

Mariasofia Mucci

"In direzione ostinata e contraria" come Fabrizio De André.  Ascolto troppi dischi, vado a molti concerti e riverso le mie sensazioni su fogli Word scritti in Helvetica. La mia musica è sempre lì: tra i miei abissi e le mie montagne, pronta ad accogliermi come un vinile di Chet Baker. Faccio liste che lascio sparse in giro per casa, perché mi aiutano a mettere in ordine i pensieri, le idee e i film che devo assolutamente vedere prima di morire. Mi piacciono: la politica che mi fa sentire viva, le storie dei matti e le storie folli, i luoghi abbandonati, Kurt Cobain, la violenza sul grande schermo, i tatuaggi, i nei, il mare d’inverno, l’Islanda e l’Africa, il numero 7 che mi ricorda che ci si può dedicare una vita intera alle passioni, Peaky Blinders e Vikings, la mia Albania, perdermi tra le Chiese e i vicoli di Napoli, l’orgoglio che ci metto nel dire che sono del Sud, il giradischi che ho comprato lavorando per qualche mese ad Amnesty International e la mia (ancora piccola) collezione di vinili.