Come seguire la nuova serie A: tra Dazn, campionato spezzatino e riflessioni

Vi abbiamo già anticipato in passato che, sebbene la nostra rubrica si chiami “Qui SportAbatese”, se ce ne fosse stata occasione non avremmo disdegnato di parlare anche di altro. E l’occasione ora c’è e come, perché domani, sabato 18 agosto, ritorna la serie A. Ma per chi non ha la possibilità di essere allo stadio, le cose si complicano. Non bastano più Sky o Mediaset Premium: è arrivato Dazn. Cos’è? Come funziona? Come fare per vedere tutte le partite del campionato italiano? Proviamo a capirne – e a riflettere – di più. 

Inizierà col lutto al braccio la serie A 2018/2019, in seguito alla tragedia consumatasi a Genova lo scorso 14 agosto. Inizierà con due partite in meno (Sampdoria-Fiorentina e Milan-Genoa), per permettere alle squadre genovesi di rispettare il dolore della propria città. Inizierà con un minuto di silenzio e la generale poca voglia di festeggiare. Ma, come ha comunicato la Lega spazzando via le voci di un rinvio generale, inizierà. E, allora, il calcio tornerà ad occupare gran parte delle discussioni nelle giornate comuni e a fare, nel bene e nel male, il suo dovere: assorbire attenzioni per non pensare al resto. 
I fantallenatori hanno già i taccuini pieni, gli appassionati sono incollati a tv e cellulari in attesa di scoprire gli ultimi colpi di mercato e i tifosi stanno recuperando dal cassetto sciarpe e bandiere per ri-affollare lo stadio dopo mesi di triste astinenza.  Lo stadio, che bel posto. E da quest’anno lo sarà ancora di più, perché per molti rappresenterà l’unico modo sicuro (e legale) per vedere in azione la propria squadra del cuore. Perché? Perché non c’è più Sky o Premium che tenga; c’è un terzo incomodo, Dazn, che obbliga gli appassionati del calcio dal divano a dover sottoscrivere più di un abbonamento per non perdere una sola partita di campionato. Andiamo con ordine e capiamone di più.  

PIÙ DI UN CAMBIAMENTO: I NUOVI ORARI DELLE PARTITE
Prima di parlare di chi detiene i diritti tv e approfondire le modalità di trasmissione, bisogna tener conto di un’altra novità: i nuovi orari dei match. Il calcio italiano è stato ulteriormente spezzettato: il sabato si giocheranno tre partite, rispettivamente alle 15.00, alle 18.00 e alle 20.30; la domenica sarà il turno di un lunch match alle 12.30, al quale seguiranno tre partite alle 15.00, una alle 18.00 e una alle 20.30; l’ultimo incontro del lungo weekend si disputerà di lunedì, alle 20.30. 
Ovviamente, giorni e orari varieranno a seconda di particolari situazioni. Le prime tre giornate di campionato, ad esempio, non vedranno nessuna gara disputarsi se non in orario serale (18.00 o 20.30). 

CHI TRASMETTE COSA? 
Ora sì che possiamo concentrarci sulla situazione “diritti tv”. Ad acquistarli sono stati Sky e Perform.
Sky, celebre piattaforma fondata da Murdoch, si è assicurata i diritti di sette partite in ogni giornata. Il sabato trasmetterà quelle delle 15.00 e delle 18.00. La domenica due delle tre in programma alle 15.00 e i posticipi delle 18.00 e delle 20.30. Il lunedì toccherà all’ultima in palinsesto.
Perform, di contro, sono andate le restanti tre partite: l’anticipo delle 20.30 del sabato, il lunch match della domenica (alle 12.30) e una partita, sempre domenicale, delle 15.00. A tutto questo si aggiunge la serie B in esclusiva, ma non solo. Gli incontri di Perform saranno visibili sulla piattaforma online Dazn.
Grande esclusa, dunque, Premium… almeno in parte. Eh già, perché la pay tv del gruppo Mediaset ha stretto un accordo con la Perform che consentirà ai suoi abbonati di visionare tre partite di serie A (quelle esclusiva di Dazn) e tutta la serie B, ma solo sui dispositivi connessi ad internet e non sul digitale terrestre. Avremo bisogno, insomma, almeno di due abbonamenti e di una connessione per poter vedere l’intero campionato.  

DIVERSE SOLUZIONI PER VEDERE LA SERIE A: QUANTO COSTANO?
Due abbonamenti, dicevamo, con Sky, Dazn e Mediaset che si intrecciano tra loro per completarsi. Ma a che prezzo? 
Se sceglieremo di usufruire dei servizi Sky – che, a seconda dei pacchetti, includono anche Champions League e Europa League – vi sono tre soluzioni: una, disponendo di digitale terrestre, a 19,90 euro al mese per i primi sei mesi (con aumento successivo a 29,90 euro), escluse le spese di partenza; le altre a costi più elevati, scegliendo tra l’opzione ‘fibra’ e l’opzione ‘satellite’. Per vedere anche le tre partite di Dazn, potremmo decidere di pagare un ticket extra di 7,99 euro al mese (costo valido solo per gli abbonati Sky).
Premium, invece, propone un pacchetto a 14,90 euro al mese – escluso il corrispettivo iniziale – che ci permetterà di vedere, per quanto riguarda la serie A, le partite di Dazn live e gli highlights finali di tutti match. 
Per usufruire, poi, solo dei servizi di Dazn, pagheremo 9,99 euro al mese. Il costo include le tre partite di serie A sopracitate, tutti gli highlights, nove partite di serie B, alcuni campionati stranieri, e non solo. Il tutto sarà visibile tramite streaming, quindi solo con smart tv o cellulari, tablet ed altri dispositivi dotati di connessione ad Internet, da collegare poi, eventualmente, alla propria tv mediante cavi HDMI o simili. Potremo connettere fino a sei dispositivi, ma utilizzarne contemporaneamente solo due. 

COS’È PERFORM? NON SOLO DAZN
Ora che abbiamo tracciato una panoramica abbastanza dettagliata sui modi e i costi per vedere la prossima serie A, è bene soffermarci anche su cosa siano Perform e Dazn, nomi che sembrano apparentemente stonare accanto a quelli di Sky e Mediaset Premium. 
Perform Group è una società con sede nel Regno Unito, che opera su una gamma di piattaforme digitali e ha l’obiettivo di “cambiare il mondo dello sport per i fan, collegandoli e avvicinandoli a ogni aspetto del gioco”, come scritto sul sito ufficiale. Per perseguirlo utilizza quattro divisioni, ognuna con un compito specifico: Perform Media, che mette in connessione i marchi globali e gli appassionati di sport; Perform Content, che crea contenuti per alcuni eventi sportivi e per chi ne detiene i maggiori diritti; Perform Gaming, che realizza giochi sociali per aumentare il coinvolgimento dei fan; e Dazn, appunto. 
Dazn non ha solo lo scopo di rompere le uova nel paniere a Sky e Mediaset, detentori del monopolio dei diritti tv nel calcio italiano; e nemmeno esclusivamente quello di ingarbugliare i fili in testa ai tifosi che si interrogano su come potranno seguire la propria squadra del cuore. Il vero obiettivo di Dazn è quello di rendere più fruibile la visione delle partite, con mezzi di maggiore utilizzo al giorno d’oggi e servizi ad hoc per gli abbonati. Certo, ora che detiene i diritti di sole tre partite e, quindi, necessita ancora della ‘compagnia’ di almeno un altro dei due colossi della pay tv sembra che sia davvero nata solo per gettare i tifosi in un mare di dubbi. In realtà, quello di quest’anno è il primo passo di un progetto ben più ampio che solo il tempo (e pure il denaro) ci saprà dire dove arriverà.  

L’ESORDIO DI DAZN CON L’ESORDIO DEL NAPOLI 
In attesa di capire dove Dazn arriverà, una cosa è certa: è indispensabile per vedere in maniera legale le partite di serie A. Ad esordire sulla piattaforma del gruppo Perform sarà il Napoli, in scena a Roma contro la Lazio questo sabato alle 20.30.
Sicuramente per i tifosi azzurri è conveniente, almeno per iniziare, l’offerta del mese di prova gratuita di Dazn perché anche la seconda partita contro il Milan, in programma sabato 25 agosto, alle 20.30, sarà trasmessa lì.  

TRA NUOVE PIATTAFORME E CAMPIONATO SPEZZATINO: RIFLETTIAMO
Napoli o serie A in generale che sia, per il nuovo campionato aumentano le scelte – e i costi – su dove e come vedere le partite. O forse no. Ed è per questo che, informazioni e tecnicismi a parte, vi invitiamo a fare una riflessione insieme a noi. Assicurarsi di poter seguire virtualmente la propria squadra significa dover sottoscrivere almeno due abbonamenti; ancora sicuri che le scelte aumentino? Inoltre, ai var Dazn, “pztt”, Sky e Mediaset si aggiunge l’ulteriore frammentazione delle partite in orari improponibili (il sabato alle 15.00, giusto per fare un esempio, ormai è lavorativo quasi per tutti). Quello che una volta era considerato il campionato più divertente d’Europa si è trasformato nel campionato più “spezzatino” per favorire la macchina del business. Solo tre tifoserie per ogni weekend potranno cantare il celebre coro “una vita insieme a te di domenica alle tre”. Non pensate si stia toccando il fondo? E di chi è la colpa? Non certo della neo-compagnia Perform che, anzi, ha rotto un duopolio troppo vecchio. La colpa, piuttosto, andrebbe attribuita a chi sfrutta ogni occasione pur di far (altri) soldi, nella quotidianità e nella straordinarietà, per le cose davvero importanti e per il calcio che le cose importanti ce le fa dimenticare. E la colpa andrebbe attribuita anche a noi, che tanto sabato ci metteremo di nuovo davanti alla tv, in attesa di tornare allo stadio quel paio di volte all’anno, pronti a pagare qualsiasi cifra pur di vedere la partita. Noi, incapaci di rimetterci le cuffiette e immaginare le azioni da goal che da un campo all’altro raccontano in radio. Noi, desiderosi di vedere pre-partita, post- partita e post-post-post partita. Noi, che se potessimo pagheremmo l’extra per una telecamera anche dentro al cervello dei calciatori per capire cosa pensano prima di tirare un rigore. La colpa è pure nostra, sì, che troviamo 1000 motivi per cui vale la pena tutto questo, contro i 100 per cui andrebbero tagliati gli abbonamenti e spenti cellulari, pc e smart tv. Eppure, in qualche modo, questa colpa è una virtù: tutti in piedi – o seduti sul divano – a cercare la soluzione (più o meno legale) per seguire una passione. Il calcio non muove solo portafogli, ma pure gli animi. Se da ogni situazione bisogna ricordarsi di prendere il bello, il bello in questo caso è qui: nei riti scaramantici pre-partita, nei pub pieni per essere sicuri di vedere il match, nelle case che si affollano perché l’abbonamento si divide, nei sotterfugi pur di non perderci una sfida, nei novanta minuti in cui ci sentiamo un po’ più invincibili. Se vivessimo la quotidianità novanta minuti alla volta, forse, saremmo davvero più invincibili. Ma questo non ce lo insegnano né su Sky, né su Premium, né su Dazn, né sul pezzotto. Non c’è piattaforma che tenga nel cuore di chi lotta. 

Feliciana Mascolo

“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate. Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere