Busitalia: è guerra tra poveri sul 76

Sono cambiati dal 1 agosto gli orari della linea 76 di Busitalia. Da quando l’informazione è stata diffusa, gli utenti si sono divisi tra favorevoli e contrari. Abbiamo sintetizzato qui le loro posizioni.

Continua a far discutere la nuova tabella oraria della linea 76 di Busitalia. Dopo che un recente articolo pubblicato da Tutta n’ata storia ha acceso i riflettori sulla protesta degli utenti contro le modifiche introdotte dalla compagnia, è insorta anche la fazione opposta: diversi pendolari si sono rivolti a noi per sottolineare l’utilità della nuova distribuzione delle corse e mettere a tacere le polemiche, anche nel timore che queste possano in qualche modo determinare un ripensamento da parte dell’azienda di trasporti. Ma facciamo un passo indietro.

LA NUOVA TABELLA ORARIA

Dal 1 agosto scorso Busitalia ha ridistribuito le corse del 76, unica linea pubblica che collega i comuni di Santa Maria la Carità e Sant’Antonio Abate con Napoli. In particolare è il nuovo assetto dei viaggi di andata ad aver subito uno stravolgimento: l’abituale corsa delle 6:55 con partenza da Sant’Antonio Abate parte ora alle 6:50 ma da Santa Maria la Carità, e allunga il tragitto transitando anche per Angri; quella delle 7:15 è stata invece posticipata alle 8. Resta tutto invariato per il pullman delle 6:25, che inizia il suo viaggio da Piazza Borrelli, nel comune sammaritano, mentre per il percorso inverso Napoli-Santa Maria la Carità l’unica novità riguarda la corsa delle 8:45, posticipata di 30 minuti.

LA POLEMICA

Si è scatenata nei gruppi facebook dedicati la protesta di una parte degli utenti, motivata dalla convinzione che il solo pullman delle 6:50 non basti a contenere l’affluenza di tutti i viaggiatori che usufruiscono del servizio in quella fascia oraria. Il timore è che, quando nelle prossime settimane i mezzi torneranno ad affollarsi a causa della ripresa delle attività universitarie, l’autobus si riempia a metà percorso e ai restanti pendolari venga negato il trasporto. Per capire se si trattasse di una paura diffusa o di semplice allarmismo scatenato da poche mosche bianche, negli scorsi giorni abbiamo proposto un sondaggio a cui hanno risposto in 87. Il 67% dei votanti si è detto penalizzato dai nuovi orari.

LA CONTRO-POLEMICA

Non ci sta una parte dei viaggiatori a vedere generalizzato il malcontento. Chi voleva un pullman alle 8 ha approfittato del nostro form online per dare voce alle sue motivazioni. “Per la comunità è sicuramente meglio avere tre orari utili anziché due” ci ha scritto Annamaria. Come lei, altri studenti e lavoratori hanno rivendicato la necessità di poter usufruire di una terza alternativa piuttosto che di due mezzi ad orari sovrapponibili. Il secondo – ci ha scritto qualcuno – era spesso vuoto. E poi c’è chi frequenta Napoli per svago, che non disdegna un collegamento più comodo per raggiungere il capoluogo campano. È il caso di Anna, secondo cui “alle 7 era veramente troppo presto”, mentre poter arrivare a Napoli intorno alle 9 favorisce chi è intenzionato a raggiungere la città da “turista” dal momento che più o meno a quell’ora aprono negozi, uffici, musei. C’è anche Michele tra i sostenitori della nuova distribuzione. I suoi orari lavorativi sono fissi: 9:30-18. Un pullman alle 8 gli fa comodo ma il vero problema, dalla sua prospettiva, è un altro: “l’autobus del ritorno è pieno al punto che entrare diventa una specie di lotta all’ultimo sangue!”. Se il sovraffollamento è tollerato alle 18, scrive, perché non tollerarlo anche alle 7 pur di avere un terzo pullman in un orario più comodo?

Insomma, la nuova tabella oraria divide i pendolari, uniti ormai solo dalla sfortuna di vivere così in periferia da finire troppo spesso nel dimenticatoio della Regione Campania. Così, mentre si scatena l’ennesima guerra tra poveri e gli utenti discutono di quale siano gli orari più favorevoli, resta come unico dato di fatto la constatazione che i collegamenti tra i piccoli comuni e le grandi città siano troppo pochi. 

Valentina Comiato

Un incastro di contraddizioni croniche, a partire dal fatto che potrei scrivere di qualunque cosa ma che vado in crisi se si tratta di parlare di me. 30 anni, copywriter, giornalista e marketing manager. Laureata in lingue perché affascinata da tutto quello che non somiglia al posto in cui vivo. Sarà perché vivo in un paese piccolo, dove per i sogni a volte sembra non esserci spazio, allora ogni tanto vorrei infilarli in valigia e portarli con me all’estero. Viaggi brevi però, perché credo anche nelle radici, continua a leggere