Radiazioni a portata di mano

Lo sapevate che una banana è radioattiva? E che lo è anche un bottone di camicia? Quando si parla di radioattività, vengono in mente centrali nucleari e armi atomiche. Eppure, molti oggetti della nostra quotidianità sono in grado di emettere raggi di varia natura e intensità, anche se non pericolosi. Scopriamo quali.

Molte sostanze radioattive si possono trovare in commercio come componenti di oggetti che utilizziamo ogni giorno. O che mangiamo… Non comportano rischi per l’uomo, ma alcuni studi hanno cercato di misurarne la quantità. 

La radioattività è un fenomeno che si verifica quando i nuclei di elementi pesanti come uranio, torio e radio decadono (cioè si trasformano spontaneamente) in nuclei più leggeri, liberando radiazioni alfa, beta o gamma. L’intensità si misura in becquerel (Bq): 1 Bq equivale a un decadimento al secondo. Il rischio per l’uomo si misura in sievert (Sv). Radiazioni di 1-2 Sv sono letali per l’uomo; valori compresi tra 0,1-0,8 Sv possono determinare l’insorgenza di tumori. Si stima che, ogni anno, ognuno di noi sia esposto a 5 milliSv di radioattività, un livello pari a quello di una Tac. 

Ma quali sono gli oggetti radioattivi? 

BANANE 

Essendo frutti ricchi di potassio, le banane contengono una piccolissima quantità di potassio 40, isotopo radioattivo del potassio. Un chilo di banane contiene 125 atomi di potassio 40 che decadono ogni secondo, producendo raggi gamma. Sia chiaro, si tratta di quantità del tutto innocue. Del resto, nel nostro corpo abbiamo anche quantità di carbonio 14, isotopo utilizzato, ad esempio, per datare i reperti archeologici. Un corpo umano di 70 Kg produce circa 5 mila decadimenti di carbonio 14 al secondo. 

RIVELATORI DI FUMO

In Europa sono stati ritirati dal commercio, ma si trovano ancora sugli aerei. Sono in grado di rivelare la presenza di fumo attraverso una sorgente radioattiva di americio 241. Questo elemento, decadendo, emette raggi alfa che colpiscono un rivelatore. In caso di incendio, il fumo si frappone tra la sorgente e il rivelatore, bloccando il segnale e facendo scattare l’allarme. 

SVEGLIE E BOTTONI

Le lancette delle sveglie di un tempo erano dipinte con vernici di radio che, decadendo, le rendeva fosforescenti. Una singola sveglia è innocua ma molte addette nelle fabbriche di orologi nei primi anni del ‘900 furono colpite da tumori.  

Anche i bottoni, costruiti tra XIX e XX secolo, contenevano quantità di uranio 238. Questo isotopo, avendo un tempo di decadimento lunghissimo, è assolutamente innocuo. 

LENTI FOTOGRAFICHE

I vecchi obiettivi fotografici erano costruiti in torio, elemento che conferiva alle lenti buone proprietà ottiche. Anche se oggi il torio non è più utilizzato, questi obiettivi possono ancora trovarsi in commercio. Non sono pericolosi, ma hanno il difetto che ingialliscono con il tempo. 

AEREI

Anche se gli aerei non sono di per sé radioattivi, durante il volo sono esposti ai raggi cosmici che arrivano dallo spazio. A livello del suolo, la radiazione è completamente assorbita dall’atmosfera, ma a 11 mila metri l’esposizione è massima. Piloti e assistenti di volo sono soggetti a una dose di radiazioni pari al doppio rispetto a chi sta a terra. Gli astronauti, invece, non essendo schermati dall’atmosfera, ricevono, in un giorno, la stessa quantità che noi riceviamo in un anno. 

TABACCO 

Sigari e sigarette contengono piccole quantità di polonio 210 e piombo 210. Queste sostanze sono presenti nei fertilizzanti e vengono assorbite dalle foglie del tabacco. La loro assunzione è molto pericolosa perché si fissano sui bronchi, una volta respirate. Per lungo tempo le multinazionali hanno cercato di nascondere tali informazioni, poi rese pubbliche da varie inchieste.  

 

Tutti noi abbiamo in casa almeno uno di questi oggetti e possiamo stare tranquilli: le esigue emissioni radioattive non costituiscono un rischio per la nostra salute. Ugualmente non può dirsi per lo statunitense David Hahn e per lo svedese Richard Handl che, uno nel 1990 e l’altro nel 2011, tentarono di costruire rudimentali reattori nucleari a partire da un’ingente quantità di sostanze radioattive comunemente usate per la costruzione di oggetti. I loro tentativi fallirono ma in entrambi i casi fu necessario decontaminare le loro case. 

 

 

Pietro D'Ambrosio

Classe 1995 e svariati sogni nel cassetto. Diritto, politica e astronomia sono le mie passioni: razionale al punto giusto, nel tempo libero mi lascio affascinare dall’infinito. Passerei intere giornate a leggere classici perché in uno vi ho letto che “la bellezza salverà il mondo”. E ci credo follemente.