Verso il 21 marzo: vi raccontiamo di… Angelo Vassallo

Continua l’attesa per il 21 marzo, giornata in memoria delle vittime della mafia. Anche se la marcia organizzata per l’occasione da “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”  quest’anno salterà a causa del Coronavirus, noi vi raccontiamo comunque alcune delle loro storie. Perché che sia a casa o in piazza, ricordare è doveroso. Oggi parliamo di Angelo Vassallo, un semplice sindaco a cui l’amore per il suo paese è costato la vita. 

Meglio conosciuto come il sindaco pescatore, Angelo Vassallo fu ucciso da nove proiettili calibro 9 la sera del 5 settembre 2010 ad Acciaroli, frazione di Pollica (SA), mentre rientrava a casa alla guida della sua automobile.  Oggi, a dieci anni di distanza, i colpevoli non sono ancora stati individuati: le indagini sono ancora in corso, ma la magistratura ha motivo di sospettare che si tratti di un attentato di matrice camorristicaMalgrado la questione irrisolta, Angelo non è una di quelle vittime della mafia che passano inosservate, o ammazzate per errore, anzi se ne è sentito parlare molto spesso. A lui sono stati dedicati, tra le altre cose, un libro biografico scritto da suo fratello Dario nel 2011 dal titolo “Il sindaco pescatore”, una serie omonima andata in onda su Rai1 nel 2016, diversi luoghi e istituzioni in giro per l’Italia. Ma chi era il sindaco pescatore prima di essere ammazzato così brutalmente? 

Angelo Vassallo era una persona comune e, allo stesso tempo, anomala. Eletto per ben tre volte sindaco, ha ricoperto i mandati dal 1995 al 1999, dal 1999 al 2004, e dal 2005 al 2010, ed in quegli anni Pollica è diventato un comune virtuoso sotto vari aspetti. Al suo paese gli volevano bene – d’altronde mica capita per caso di essere eletto sindaco per tre volte? – e gliene volevano perché, in fondo, non ha mai smesso di essere quello che era, con o senza fascia tricolore:  un uomo di mare, con la passione per la natura, profondamente legato alla sua famiglia. L’altro interesse che da sempre coltivava era la politica, tant’è che dopo la maturità classica cominciò ad avvicinarsi al PD, partito in cui si riconoscerà poi anche una volta eletto, ed è così che ebbe inizio la sua carriera politica. Da sindaco come da cittadino, Angelo ha sempre fatto una cosa semplice, che tutti i sindaci di quei paesi campani ricchi di bellezza dovrebbero fare: far fruttare le potenzialità del territorio, donargli un’identità che lo contraddistingue. “Lo Stato siamo noi. Sono i paesi che fanno il Paese: la vera ricchezza è il luogo in cui si vive” era il suo motto.   

Come ci è riuscito lui? In quei quindici anni di amministrazione Vassallo, Pollica ha cambiato faccia: è diventato primo comune turistico per la raccolta differenziata, raggiungendo una percentuale pari al  70% , dal 1989 al 2013, fatta eccezione del 1994, il suo mare viene insignito ogni anno del riconoscimento Bandiera Blu -FEE Italia, grazie ad un sistema depurativo efficiente, i cui impianti vengono gestiti direttamente dal Comune, garantendo la depurazione anche dei paesi limitrofi. Dal 2000 Pollica conquista anche le Cinque Vele di Legambiente; nel 2005 viene premiato Comune Verde d’Italia e nel 2010 il Comune istituisce il Centro Studi per la Dieta Mediterranea, riconosciuto poi dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, ed infine il Museo vivo del mare istituito nella frazione di Pioppi, presso il castello di Vinciprova, frutto dell’amore del sindaco per il mare e la natura. Il merito di questi traguardi va riconosciuto, oltre che nella caparbietà del primo cittadino, anche nei provvedimenti tanto semplici quanto drastici che escogitava, pur di trasmettere ai suoi compaesani quel rispetto assoluto del territorio. Tra i più famosi ve n’è uno del gennaio 2010 che prevedeva una multa fino a mille euro per chi veniva sorpreso a gettare a terra cenere e mozziconi di sigarette. Insomma, sotto la guida di Angelo, Pollica diventa un’isola felice, suscitando l’invidia della malavita organizzata, che invece fa della sua forza la fame e la desolazione, la mancanza di alternativa e di ribellione. 

Non è un caso, infatti, che negli ultimi mesi precedenti l’omicidio, nel porto di Pollica si fosse stabilito un forte traffico di droga, che ad oggi risulta la pista più accreditata per spiegare la morte di Angelo. Il primo cittadino, infatti, aveva combattuto fermamente e sin da subito il fenomeno, partecipando in prima persona alle ronde di sorveglianza notturne insieme ai vigili. L’ipotesi più probabile è che avesse scoperto qualcosa di scomodo e, per questo, dovesse essere eliminato.  Pochi mesi fa, la trasmissione Le Iene ha dedicato un approfondimento al caso Vassallo, per cercare di far luce su questa triste vicenda che in troppi non hanno interesse a chiarire. Nell’inchiesta si evidenzia che la storia del traffico di droga nel porto di Pollica viene alla luce – guarda caso – solo dopo l’omicidio, in una dichiarazione del carabiniere Cagnazzo.  Sempre dopo l’omicidio, un certo Francesco Avallone confessa di aver fatto uso di stupefacenti in quel periodo. Un dettaglio non trascurabile è che Avallone all’epoca era il fidanzato della figlia di Angelo, e conosceva inoltre Damiani, uno dei principali spacciatori della zona, indagato successivamente per l’omicidio Vassallo, e la cui posizione è poi stata archiviata per due volte. 

I pezzi del puzzle sono ancora confusi, e purtroppo sembra proprio che a tanti vada bene così. Nessuno sa se la verità verrà mai a galla, ma finché avremo voce, noi le storie così continueremo a raccontarle. Perchè dove la mafia semina silenzio, noi piantiamo il fiore del ricordo.

 

Fonti: comune.pollica.sa.itfondazionevassallo.itwikipedia.org

Melania D'Aniello

Come si fa a descrivere se stessi? Non lo so, ma so quello che gli altri dicono di me.

Qualcuno dice che io sia ostinata e rompiscatole. Tutti dicono che io sia coraggiosa, e uno dei motivi è perché studio Fisica. Sì, è vero, è stata la scelta più folle della mia vita ma, quando l'ho fatta, sapevo che mi sarebbe piaciuto studiare come riassumere l’Universo in leggi concise e ben ordinate.

Ciò che non sapevo è che avrei avuto l’opportunità di lavorare in contesti interazionali, stravolgendo totalmente il mio punto di vista su molte cose, e che interagire con persone di culture diverse mi avrebbe messo ogni volta di buon umore, specie se a tavola o davanti a una birra; non sapevo nemmeno che avrei imparato a vivere lontano da casa, sperimentando innumerevoli partenze e ritorni, ed i maledetti sentimenti contrastanti che ne derivano.

Oltre ciò che dice la gente, qualcosa ho imparato a capirla anch’io di me.

Mi piace osservare le persone per capire cosa c’è oltre la superficie. Non mi piacciono le persone banali, preferisco quelle che sembrano tali, ma poi nascondono dietro un mondo. Non mi piacciono gli anticonformisti a tutti i costi. Mi piace chi ascolta prima di parlare.

Mi piace l’ordine e l’armonia, ecco perché la danza è una mia grande passione: mi basta vedere un ballerino fare due pirouette o un grand jetè e sono felice.

Credo nel valore del cibo: tra cucinare e mangiare in compagnia non saprei scegliere cosa mi fa stare meglio. Mi diletto a preparare ricette sempre nuove, adoro alcuni piatti orientali, ma non rinuncerei mai ai sapori della mia terra.

Mi incuriosisce esplorare nuovi luoghi, ognuno con le sue tradizioni, ma fino ad ora niente è mai riuscito ad acquietarmi come il mare di Napoli col Vesuvio sullo sfondo. Per me dire Napoli è dire Massimo Troisi perché “Con lui ho capito tutta la bellezza di Napoli, la gente, il suo destino, e non m'ha mai parlato della pizza, e non m'ha mai suonato il mandolino”.

A proposito di casa e di ciò che mi piace, credo nel potere dell’aggregazione e dell’attivismo giovanile e, fortuna ha voluto che incontrassi persone con visioni a tratti uguali e a tratti opposte, ma che si combinano perfettamente, e trovano modo di esprimersi in quella che è Tutta n’ata storia. Personalmente, mi occupo della rubrica scientifica di questo sito, che mette sempre a dura prova la mia capacità di spiegare concetti complicati in parole semplici. Il titolo della sezione è “Dove andremo a finire?” e la risposta è in ogni articolo in cui si parla di futuro, sostenibilità ambientale, progresso scientifico e tanti altri fatti.