Busitalia e la petizione galeotta: è (forse) tregua tra gli utenti del 76

Emergono nuovi dettagli sulla petizione che ha sancito la nuova tabella oraria della linea 76 di Busitalia. Intanto la compagnia viene incontro agli utenti aggiungendo un pullman in più.

Le feste natalizie sono sempre più vicine. Ce lo dicono le luminarie, i panettoni e i primi regali da posizionare sotto l’albero.  Anzi, per i pendolari che ogni giorno sono costretti a raggiungere Napoli per motivi di studio o di lavoro, un regalo è arrivato con qualche settimana d’anticipo: una nuova corsa per la linea 76 di Busitalia, finita al centro delle polemiche negli ultimi mesi proprio a causa della tabella oraria in vigore dalla scorsa estate.

UN BUS IN PIÙ VERSO NAPOLI
Il pullman in più partirà da Santa Maria La Carità alle 7:00 ed è stato introdotto “a seguito dell’incremento della domanda di mobilità studentesca, che ha determinato sovraffollamento degli autobus di linea, conseguente all’iniziativa regionale del rilascio degli abbonamenti annuali gratuiti studenti per gli spostamenti casa-studio-casa”. Così si legge sul sito ufficiale della compagnia.  

In realtà, al netto degli abbonamenti gratuiti concessi dalla Regione Campania, i pendolari che viaggiano usufruendo del 76 di Busitalia imputano il sovraffollamento e altri disagi alla tabella oraria di quella linea, modificata ad agosto in seguito a una petizione che ha acceso gli animi e non poco. Oggi siamo in grado di darvi qualche informazione in più su quel documento.
Ma procediamo per gradi.  

LA POLEMICA SUI NUOVI ORARI 
Dal 1 agosto scorso Busitalia ha ridistribuito le corse del 76
, unica linea pubblica che collega i comuni di Santa Maria la Carità e Sant’Antonio Abate con Napoli. In particolare è il nuovo assetto dei viaggi di andata ad aver subito uno stravolgimento: l’abituale corsa delle 6:55 con partenza da Sant’Antonio Abate parte ora alle 6:50 ma da Santa Maria la Carità, e allunga il tragitto transitando anche per Angri; quella delle 7:15 è stata invece posticipata alle 8:00. Tutto invariato per il pullman delle 6:25, che inizia il suo viaggio da Piazza Borrelli, nel comune busitaliasammaritano, mentre per il percorso inverso Napoli-Santa Maria la Carità l’unica novità riguarda la corsa delle 8:45, posticipata di 30 minuti. I nuovi orari hanno indispettito una buona parte degli utenti, convinta che sul pullman delle 6:50 sarebbero finiti per concentrarsi sia coloro che un tempo usufruivano della corsa delle 6:55 che gli utenti abituali del viaggio delle 7:15, oltre che i nuovi abbonati in partenza da Angri. Troppe persone per un solo mezzo in sintesi. Questo il timore di molti. Ma alla protesta contro i nuovi orari è immediatamente seguita la contro-protesta di chi ritiene più utili due pullman a distanza di un’ora l’uno dall’altro (6:50 – 8:00) piuttosto che due corse intervallate da soli venti minuti (6:55 – 7:15).  

Per avere più chiaro il quadro della situazione, Tutta n’ata storia ha raccolto i pareri dei pendolari attraverso sondaggi e testimonianze e la riflessione spontaneamente venuta fuori da quel processo ci ha inevitabilmente costretto ad ampliare il nostro oggetto di osservazione. La domanda ha smesso di essere “meglio il pullman delle 7:15 o quello delle 8:00?” per diventare “il servizio di trasporti offerto all’utenza del nostro territorio è sufficiente a rispondere a una così vasta domanda di studenti e lavoratori che necessitano di spostarsi con quel pullman?”. 

Oggi non solo siamo in grado di darci una risposta – ovviamente negativa – ma siamo felici di poter provare a porre un termine alla guerra tra poveri scoppiata negli ultimi mesi mettendovi al corrente del fatto che quella risposta – la stessa, negativa – se l’era data anche chi la famosa petizione l’ha scritta.  

IL VERO SCOPO DELLA RACCOLTA FIRME
Le proteste di questi mesi sono state alimentate anche dalla rabbia di chi ha ipotizzato che qualcuno avesse presentato a Busitalia una richiesta personale, fatta firmare a una cinquantina di amici, per poter spostare il pullman delle 7:15 ad un orario più congeniale ai suoi impegni. Noi quella petizione, invece, abbiamo voluto leggerla. Non ci è stato possibile visionare le firme allegate, ma siamo riusciti a scoprire quello che si chiedeva esattamente alla compagnia: “incrementare sensibilmente gli orari delle corse verso Napoli e portarli al pari degli altri comuni, e in ogni caso, almeno, istituire un orario aggiuntivo alle ore 8:00 (orario che si coniuga perfettamente con l’apertura di uffici, attività commerciali e corsi universitari)”. 

Non una semplice ridistribuzione delle corse quindi, ma un incremento delle stesse. Era questo il vero obiettivo della petizione presentata a Busitalia. Scelta autonoma dell’azienda di trasporti, invece, abolire il pullman delle 7:15busitalia introducendo quello delle 8, finendo col creare la spaccatura tra gli utenti di cui avete potuto leggere sul nostro sito. Una spaccatura nata per lo più dalla convinzione di dover scegliere tra un pullman e l’altro, schierandosi a favore di una fazione a dispetto di quella avversaria. Ci rincuora aver capito alla fine che i pendolari abatesi – e non solo –avrebbero chiesto quasi tutti a Babbo Natale la stessa cosa: un servizio di trasporti equamente distribuito in Regione, sostenibile, efficiente, e che non emargini le periferie.  

La consapevolezza di essere tutti sulla stessa barca (o meglio sullo stesso pullman), chiaramente, non basta se le richieste restano inascoltate. Ma il pullman delle 7:00 istituito negli ultimi giorni può essere forse considerato un primo passo nella direzione di una reale e necessaria implementazione del servizio?

Continuate a scriverci attraverso l’apposito form per dici la vostra sulla situazione trasporti a Sant’Antonio Abate e in Campania.

Valentina Comiato

Un incastro di contraddizioni croniche, a partire dal fatto che potrei scrivere di qualunque cosa ma che vado in crisi se si tratta di parlare di me. 30 anni, copywriter, giornalista e marketing manager. Laureata in lingue perché affascinata da tutto quello che non somiglia al posto in cui vivo. Sarà perché vivo in un paese piccolo, dove per i sogni a volte sembra non esserci spazio, allora ogni tanto vorrei infilarli in valigia e portarli con me all’estero. Viaggi brevi però, perché credo anche nelle radici, continua a leggere