Legge Zan contro l’omotransfobia: parliamone!

Legge contro l’omotransfobia, se n’è sentito tanto parlare in questi giorni, ma è davvero necessaria o è solo un modo per “zittire il popolo”? Approfondiamo questa proposta di legge risolvendo possibili dubbi.

Sebbene il ddl Zan sia stato presentato il 2 maggio 2018, in queste ultime settimane se ne sta parlando sempre di più, finito sotto il ciclone per essere considerato da alcuni una legge “liberticida”. Ma è davvero così? Una legge che tutela la comunità LGBTQ+ può diventare una minaccia alla libertà di pensiero dei cittadini italiani? 

Che cos’è?

La proposta di legge Zan – dal nome del relatore Alessandro Zan – ha come obiettivo tutelare le persone omosessuali e transessuali dai crimini d’odio modificando gli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale e, in un certo senso, ampliando la legge Mancino, la quale punisce i reati e i discorsi d’odio basati su nazionalità, etnia e orientamento religioso. Dunque la discriminazione o la violenza fisica o verbale ai danni di un individuo solamente per il suo orientamento sessuale o di genere sarà considerata crimine d’odio e punibile come tale (reclusione fino a 18 mesi o multe).

Inoltre, la Repubblica Italiana riconosce il 17 maggio come “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”, data molto significativa per la comunità LGBTQ+ poiché anniversario del giorno in cui, nel 1990, l’omosessualità  fu ufficialmente rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale pubblicata dall’OMS. Lo scopo di questa giornata è “promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei principi di uguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”, come si legge nel Disegno di legge.

 

È davvero necessaria?

Il 17 maggio di ogni anno, Arcigay posta sulla propria pagina il numero di aggressioni riportate dai media ai danni di membri della comunità LGBTQ+: 138 episodi nel periodo 17 maggio 2019 – 17 maggio 2020, e il numero non tiene conto di tutti gli episodi non denunciati e non portati all’attenzione dei media

Si può inoltre leggere nel report FRA (European Union Agency For Fundamental Rights), indagine fine ad analizzare in percentuale come le persone LGBTI vivano la propria quotidianità, che:

–          Il 62% evita di tenere per mano il proprio partner se è dello stesso sesso;

–          Il 30% evita alcuni luoghi per paura di essere aggredito;

–          Il 23% si sente discriminato sul lavoro;

–       Il 16% si è recato almeno una volta alla polizia per denunciare violenza fisica o sessuale.

Viene spontaneo chiedersi come mai così pochi casi vengano denunciati, ma basta leggere la testimonianza di un’anonima cittadina italiana bisessuale di 28 anni per trovare risposta: “Non andrò mai dalla polizia per denunciare. La prima volta che qualcuno mi ha discriminata perché avevo un partner del mio stesso sesso erano sei poliziotti in divisa che hanno fatto battute oscene su di noi come donne e sulla nostra sessualità mentre erano su un mezzo della polizia dopo un’operazione”.

 

Ma nel resto d’Europa?

I dati, purtroppo, non sono molto rassicuranti nemmeno negli altri paesi europei. Nel report FRA si legge, in merito ai membri della comunità LGBTI europea, che

–          Il 61% evita di tenere per mano il proprio partner se è dello stesso sesso;

–          Il 33% evita alcuni luoghi per paura di essere aggredito;

–          Il 21% si sente discriminato sul lavoro;

–          Il 14 % si è recato almeno una volta alla polizia per denunciare violenza fisica o sessuale.

 

È una minaccia per la mia libertà di pensiero?

Sono molte le persone che definiscono questa legge “liberticida”, aprendo quindi un dibattito-lotta tra libertà di pensiero e i diritti di alcuni cittadini. Bisogna però ricordare che, sebbene l’articolo 21 della Costituzione Italiana garantisca il “diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, questo diritto è già limitato dalla costituzione stessa e da altre leggi, tra cui quella Mancino sopracitata. Ogni Italiano può esprimere e far valere i propri ideali, a meno che questi non neghino i diritti fondamentali di altri individui, come la protezione dall’odio che la legge Zan vuole garantire. È difficile “tirare una linea” tra libertà di pensiero e incitamento all’odio; per un discorso più approfondito consigliamo la lettura del nostro articolo Dove finisce la libertà d’opinione?

Ma in questo modo le persone omosessuali/transessuali non saranno categorie privilegiate?

Tutti i cittadini italiani sono tutelati in caso di aggressioni fisiche o verbali dalle leggi già esistenti, tuttavia, visti i numerosi attacchi basati esclusivamente sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, si è ritenuto opportuno offrire maggiore supporto a queste categorie. Bisogna ricordare che la parola base è “equità” e questo è l’obiettivo che la legge Zan mira a raggiungere.

 

In sintesi, la proposta di legge Zan vuole proteggere i membri della comunità LGBTI dalle discriminazioni che molti subiscono quotidianamente, spesso in famiglia, e informare tutti i cittadini italiani, dando maggiore visibilità alla “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”, di come la diversità non dovrebbe essere motivo di discriminazione ma di arricchimento culturale, sperando in un futuro dove ognuno potrà essere libero di amare ed essere sé stesso/a al 100% senza paure.

Anna Pia Mascolo

Sono Anna Pia e sono una studentessa che sogna in grande. Forse questo mio “difetto” è una conseguenza del fatto che legga molto; penso che, citando Tyrion Lannister, “la mente dipende dai libri come la spada dall’affilatura”, per questo leggo. Di tutto. Dai romanzi storici ai fantasy, senza sdegnare i romanzi neri o gialli. Non ho un libro preferito ma ce ne sono molti che rileggerei volentieri, continua a leggere