“A ricordare e riveder le stelle”: opuscolo in memoria di alcune vittime delle mafie per il 21 marzo

Il 21 marzo si celebra la giornata in memoria delle vittime innocenti della criminalità organizzata, promossa da Libera; per l’occasione ricondividiamo un opuscolo da noi realizzato.

Quest’anno giunge alla 28esima edizione la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa dall’associazione Libera, con l’obiettivo di non dimenticare perché non accada più,  perché il fenomeno della criminalità organizzata che ancora trova radici nei nostri territori venga estirpato dalla consapevolezza e dal senso civico.

E anche quest’anno, con lo stesso scopo, il 21 marzo avrà la sua marcia: la manifestazione nazionale si terrà a Milano, con partenza alle 10.30 e arrivo in Piazza Duomo, e vedrà in corteo migliaia di persone. Sarà possibile seguirla anche online. Al termine, come sempre, verranno letti i nomi di tutte le vittime innocenti delle mafie: quest’anno saranno 1069.

Un elenco lunghissimo, dal quale noi di Tutta n’ata storia abbiamo tratto qualche storia di persone vicine a noi, soprattutto dal punto di vista “geografico”, per raccontarla in maniera più approfondita. Così, nel 2021, è nato il nostro opuscolo “A ricordare e riveder le stelle – In ricordo di alcune vittime innocenti della criminalità organizzata”.

All’interno, le storie di: Michele Cavaliere, imprenditore di Gragnano; Genny Cesarano, ucciso solo a 17 anni; Michele Ciarlo, avvocato che lavorava a Scafati; don Peppe Diana, simbolo della lotta alle mafie; Simonetta Lamberti, che avrà per sempre 11 anni; Nunziante Scibelli, giovane vittima dell’avellinese; Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore”.

Sfogliabile online, l’opuscolo fa eco – anche se in piccolo – all’obiettivo del 21 marzo di Libera: non tacere, per conoscere e ribadire, non solo con le parole, che “la mafia è una montagna di merda“!

 

Feliciana Mascolo

“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate. Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere