Le mostruose meraviglie del Parco di Bomarzo
Il comune di Bomarzo, in provincia di Viterbo, nasconde una delle più bizzarre opere monumentali d’Italia: il Parco dei Mostri, custode di innumerevoli e fiabeschi giganti di pietra.
Parco dei Mostri o Villa delle meraviglie? Sono fortemente antitetici gli appellativi con cui ci si riferisce al Sacro bosco di Bomarzo, in provincia di Viterbo: uno tra i luoghi più singolari del nostro Bel Paese.
Un insolito parco tutto italiano, realizzato nella seconda metà del Cinquecento, che ha ben poco dell’ordine geometrico e della razionalità dei giardini all’italiana.
LA STORIA DEL PARCO
Il sacro bosco di Bomarzo fu commissionato dal principe Pier Francesco “Vicino” Orsini all’architetto Pirro Ligorio, nel 1552, e dedicato dallo stesso alla moglie Giulia Farnese.
Un’area di circa tre ettari, in una foresta di conifere e latifoglie, custodisce enormi figure in piperino e basalto che affiorano dal terreno, probabilmente opere dello scultore Simone Simoncelli, meglio conosciuto come Simone Moschino.
Il parco di Bomarzo è, senza dubbio, un luogo visionario e grottesco: un labirinto in cui figure mitologiche, simboli alchemici ed enigmatici “mostri” convivono con architetture impossibili e strutture di ispirazione classica, come il tempietto – sormontato da una cupola che imita il genio bruneschelliano – ultima tappa del parco e forse sepolcro di Giulia Farnese. La Villa delle meraviglie dell’Orsini sembra, dunque, opporsi ad ogni regola dell’architettura, recuperando soggetti rinascimentali in un contesto bizzarro e privo di proporzioni che ha affascinato e ispirato studiosi e artisti, come il surrealista Salvador Dalì.
Negli anni, intellettuali e appassionati hanno tentato di svelare la logica che sottende al progetto del Parco di Bomarzo, con risultati non certi; la teoria più accreditata riconosce in questo luogo un itinerario iniziatico in cui ciascuna figura presente rappresenterebbe una tappa necessaria del cammino verso la conoscenza di sé e della verità.
Va comunque precisato che, salve alcune eccezioni, l’attuale disposizione dei “mostri” non è quella originaria, ma risale alla sistemazione del parco operata dai coniugi Giancarlo e Tina Severi Bettini nel 1954.
La coppia liberò il parco dallo stato di abbandono che lo ha interessato a seguito della morte del principe Orsini, nel 1585, modificandone sostanzialmente l’organizzazione per rendere l’area più fruibile e turistica.
I MOSTRI DI BOMARZO
Il parco di Bomarzo, nonostante le modifiche apportate nel XX secolo, continua a conservare un clima fiabesco in cui svariate e fantastiche creature e insolite architetture si alternano in maniera apparentemente casuale, tra mitologia e citazioni letterarie.
L’ingresso è sormontato dallo stemma degli Orsini e sorvegliato da due sfingi – simbolo dell’enigma e del dubbio – che, attraverso un’inscrizione, annunciano ciò che il visitatore si appresta a vedere: “Tu ch’entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte“.
Le statue che seguono sono tante e varie: dalla Lotta tra i Giganti a Proteo e Glauco, passando per la Ninfa dormiente e, ancora, figure mitologiche come Nettuno, Ercole e Caco e il Cerbero, il cane infernale con tre teste. Orsi giganti, sirene e draghi.
Tra le attrazioni più insolite, l’architettura impossibile della Casa pendente: un piccolo gioiello rinascimentale costruito su un masso inclinato i cui interni pendono in senso opposto, causando nel visitatore un forte senso di smarrimento, come quando le proprie convinzioni iniziano a vacillare.
Nel punto più spettacolare del bosco dell’Orsini, un orco domina lo sfondo: le sue fauci spalancate vengono interpretate come “Porta degli Inferi”. Il suo volto assume tratti differenti a seconda dell’ora fino a deformare la propria espressione. La bocca del mascherone fa da ingresso ad una stanza angusta, che riproduce l’atmosfera di una tomba etrusca: la camera è scavata nel tufo, qui i suoni sono amplificati e distorti, producendo un effetto spaventoso.
È ancora la testa di un orco a sorreggere il mappamondo cu cui si erge la miniatura del Castello Orsini, a rappresentare la potenza del casato.
VISITARE IL PARCO
Visitare il Sacro Bosco di Bomarzo significa, dunque, percorrere un cammino che, nella sua struttura paesaggistica, sembra ricalcare quello illustrato da Dante nella Divina Commedia. La Villa delle meraviglie, o Parco dei Mostri, è più di un luogo: siamo dinanzi a un libro scolpito: un racconto pagano, in cui la natura, gli dei e i mostri condividono lo stesso spazio rivelando, del percorso di vita, la bellezza e le brutture.
Il Parco dei Mostri di Bomarzo è aperto tutti i giorni dalle ore 08.30 fino al tramonto.
Il costo dell’ingresso è di 10 euro per gli adulti, 8 euro per i bambini dai 4 ai 13 anni e gratuito per i bambini di età inferiore ai 4 anni.
La più realista tra i sognatori, la più disfattista degli ottimisti. Una perfezionista, dicono in molti. Futuro architetto, innamorata dell’arte in ogni sua forma. Mi piace osservare, scovare il dettaglio sfuggito al primo sguardo. Camminare a testa alta, perché ho imparato che la prospettiva sa cambiare di continuo e – con gli occhi bassi – si perde tanta bellezza.
L’università mi ha trasformata in continua a leggere