Il Vesuvio, cava di meraviglie

In questo periodo di emergenza sanitaria, che ci costringe ad osservare le bellezze che ci circondano solo affacciandoci alla finestra, pochi hanno la fortuna di poter ammirare una sagoma della natura così affascinante come quella del Vesuvio: entrato a far parte della quotidianità delle persone, ha ispirato tanti tra i più grandi pittori, scrittori e poeti.

Il Vesuvio, come lo intendiamo oggi, è in realtà l’ultima fase evolutiva di un complesso vulcanico ben più antico, noto come Somma, di cui non è rimasto altro che il cosiddetto “recinto” che si estende a nord del cratere principale vesuviano. La formazione dell´edificio del Vesuvio è, infatti, secondo i geologi, successiva ad una violenta esplosione dell´antico vulcano Somma, che, collassando, ha creato il nuovo cratere.

Le eruzioni più famose a memoria d’uomo sono: quella del 79 d.C. descritta da Plinio il giovane (da cui prende anche il nome specifico del tipo di eruzione) che distrusse le città di Ercolano e Pompei seppellendo sotto strati di polvere la loro antica bellezza, fortunatamente riemersa secoli dopo; quella del 1631, considerata come l’eruzione più violenta nell’ultimo millennio, che causò la morte di circa 4000 persone; infine l’ultima, del 1944, nel pieno della seconda Guerra Mondiale, che fece pochissimi danni, ma che turbò la popolazione già sconvolta dalla presenza del conflitto.


Oggi il territorio del Vesuvio, compreso tra 12 comuni, è tutelato dal Parco Nazionale del Vesuvio, istituito nel 1995, per l’interesse storico, biologico e geologico che rappresenta. Come tutti i parchi, anche questo è visitabile e permette perfino l’accesso al cratere. Accessibile, inoltre, è l’Osservatorio Vesuviano, il più antico osservatorio vulcanologico del mondo, fondato nel 1841 da Ferdinando II di Borbone, oggi sezione dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) di Napoli. 

 
Il Vesuvio, al centro della quotidianità degli abitanti napoletani, è stato anche oggetto di leggende che ancora arricchiscono la sua storia e ne aumentano il fascino. Matilde Serao, nella sua raccolta “Leggende Napoletane” del 1891, e più precisamente nel racconto “La leggenda dell’amore”, parla della tragica storia di due amanti divisi dalla rivalità delle rispettive famiglie: il cavaliere iracondo Vesuvio e la pia fanciulla Capri. Giacomo Leopardi, invece, nella sua famosa lirica “La Ginestra“, lo definì il “formidabil monte”, lo “sterminator Vesevo” che dà vita al fiore del deserto che innocuamente cresce sulle sue pendici. Il terreno fertile, caratterizzato dalla presenza di lava, permette infatti la crescita di prodotti pregiati come il pomodorino del Piennolo DOP e dell’uva da cui viene prodotto il celebre vino Lacryma Christi DOC.


D’ulteriore interesse risulta, sulle sue pendici, la presenza di una collezione scultorea, “Creator Vesevo”, iniziativa dello scrittore Jean Noel Schifano e del comune di Ercolano che ha condotto nel 2005 alla costituzione di una collezione unica nel suo genere. Commissionate ad artisti di spicco internazionale, le dieci sculture si susseguono sulla via che conduce al Vesuvio: la loro peculiarità sta nell’essere realizzate tutte in pietra lavica vesuviana e vogliono rappresentare, ognuna a suo modo, una sorta di guardiano che osserva il passante conducendolo verso il cratere del vulcano che dorme.

Nonostante in questo momento il Vesuvio possa essere visto solo dalle nostre finestre, ci auguriamo che quanto prima ritorni meta di chi ancora, sebbene a pochi passi, non l’abbia ancora conosciuto davvero e che sicuramente si lascerà sorprendere dalle sue innumerevoli meraviglie nascoste.


Per maggiori info su come visitare il Parco Nazionale del Vesuvio vai sul sito www.parconazionaledelvesuvio.it.

Gabriele Cesarano

Sono Gabriele, studio architettura nella splendida cornice di Napoli e scrivo per Tutta N'ata storia insieme ad un gruppo di amici ormai da un bel po', nella convinzione di riuscire a reinventarsi sempre, nonostante tutto. Questa esperienza è nata quasi per caso ed insieme a tante altre ha fatto di me la persona che sono oggi, una persona diversa da ieri e anche da domani, che non vuole mai smettere di crescere e di imparare continua a leggere